All’inizio fu la cantina: non solo quella dove, quindicenne, cominciavo a suonare. Anche quella, ideale, in cui trovare tesori nascosti, oggetti dimenticati, polverosi e rigorosamente non funzionanti.
Da più di vent’anni suono in una band di musica 60’s garage, con una devozione quasi maniacale per i suoni ruvidi, distorti a volte grezzi, ma sempre vivi, veri e che puntano direttamente al cuore.
L’urgenza di padroneggiare e riproporre le sonorità ascoltate sui un dischi del passato mi ha spinto, sin da ragazzo, a spendere interi weekend a caccia di amplificatori valvolari, vecchi organi elettronici, fuzz box, echo a nastro nei vecchi negozi di strumenti musicali, sulle bancarelle dei mercatini delle pulci o sulle inserzioni, all’epoca solo cartacee, di “Secondamano”.
Ogni ritrovamento è sempre stato eccitante: non ho mai smesso di provare quel brivido.
Un organo Vox Continental come quello dei Doors scovato nella cantina di un amico, il Farfisa Compact Duo, identico a quello suonato da Richard Wright in The Piper at the Gates of Dawn, trovato fortuitamente in un vecchio negozio di dischi e persino un amplificatore Fender Princeton Reverb del 1965, troneggiante su un cumulo di rifiuti di una discarica abusiva (non è invenzione narrativa, è successo davvero): ogni volta era la scoperta del Santo Graal.
Purtroppo però gli strumenti musicali elettronici, sepolti in umide cantine o dimenticati per decenni in un polveroso sottoscala, non erano quasi mai funzionanti e comunque mai al loro meglio.
Mano a mano che la mia sgangherata collezione cresceva, una domanda – anzi più domande – si facevano sempre più pressanti:
DOVE PORTARE A RIPARARE UN ORGANO ELETTRICO A MILANO? DOVE RIPARARE UN AMPLIFICATORE VINTAGE A VALVOLE?